Ho iniziato a praticare Wing Chun nell’agosto del 2006; ho sempre desiderato praticare un’arte marziale.
Per puro caso e fortuna, vicino a casa, all’epoca in via Colombo a La Spezia, insegnava un neo-nominato Sifu di nome Antonio Bacino. Quello che vidi e provai quel giorno – anche se (e ora posso dirlo!) non avevo la minima idea di cosa fosse – mi affascinò e mi piacque immediatamente.
Pochi giorni dopo conobbi anche suo padre, Sifu Rino Bacino, e iniziai a imparare anche da lui.
Diversi come il Diavolo e l’Acqua Santa, insegnavano con linguaggi, metodi e approcci lontani anni luce, ma trasmettevano la stessa Arte, gli stessi Principi e lo stesso Mindset. Avevano dedicato la loro vita a ciò che amavano, e questo era costato loro molto più di quanto possiamo immaginare.
Un giorno, a un seminario, conobbi anche Master Ron Heimberger. Io ero ancora allo stadio primordiale, lui fuori scala… ma sono felice di esserci stato quel giorno. È molto raro incontrare l’Eccellenza – ammesso di avere gli occhi e il cuore per riconoscerla.
Nei primi anni non dedicavo moltissimo tempo al Wing Chun, a causa degli impegni di studio; poi perché non avevo ancora raggiunto l’indipendenza economica, e in seguito per ragioni lavorative che mi tenevano lontano nel tempo e nello spazio.
Nel 2015-16 ero all’estero per lavoro. Quando tornai, seppi che Sifu Rino era venuto a mancare. Non esterno molto i miei sentimenti, ma chi mi conosce sa quanto quella notizia mi abbia colpito. Pratico come Rino e la sua Arte: pensai che il modo migliore per onorare i miei Maestri fosse, nel mio piccolo, quello di accelerare il mio percorso nel Wing Chun, e poi – forse un giorno, se ne sarò all’altezza – di tramandarlo, come è stato fatto con me.
Quello stesso anno, sotto la guida di Sifu Antonio, iniziai la forma dell’Uomo di Legno; poi arrivò il COVID-19, mentre stavo affrontando la forma del Palo, e infine nel 2023 quella dei Coltelli dagli Otto Tagli.
Credo di aver appreso in modo piuttosto tradizionale, molto “a braccio”, come penso si debba fare con un’Arte. E credo – o almeno spero – di non aver mai interferito con il processo di apprendimento scelto per me da Sifu.
Spiccatamente conformista, accademico e ortodosso, non mi sono mai interessato a gradi o colori delle magliette, e almeno in questo credo di essere un degno erede dei miei Maestri… forse anche troppo!
Quando oggi guardo i miei fratelli di Kung Fu, per quanto diversi caratterialmente, fisicamente o mentalmente, e lontani geograficamente, vedo chiaramente la stessa Tradizione che ci ha formati, e lo stesso Padre.
Ecco, credo che valga anche per loro, solo che io sono più un Fratellastro, che ha avuto anche un Padre pirata, sui generis, molto fuori dagli schemi – e penso che questo si veda discretamente nel mio modo di essere, e anche nel mio Wing Chun.
Jo Gao
Andrea NERI